CASTELLI E FORTIFICAZIONI

Bari

Piazza Federico II di Svevia, 4

Castello normanno-sforzesco

Il castello di Bari, posizionato a ridosso della “città vecchia”, con un lato che fino a circa un secolo fa lambiva il mare, si caratterizza per la sua imponenza in quanto baluardo difensivo dovuto alle sue origini di controllo del territorio del potere normanno sulle città conquistate.  Nei secoli si sono susseguiti numerosi restauri che hanno modificato il suo aspetto. La fabbrica castellare sorge nel 1131 incorporando preesistenti strutture bizantine (X sec.) tra cui resti di vani abitativi e una chiesa, sotto il piano di calpestìo. Di particolare ammirazzione sono le tre torri angolari quadrate, a nord-est la torre “del Monaco o di San Francesco”, in virtù di una leggenda secondo cui nel XIII secolo sia avvenuto un incontro tra Federico II e Santo; a sud-ovest la torre “dei Minorenni”, utilizzata come carcere minorile tra XIX-XX sec. e a sud-est, la torre del “Semaforo”, per l’antica presenza di installazioni luminose della marina militare.

In epoca federiciana la struttura viene ampliata e assume l’impianto trapezoidale, con cortine, torrioni ed un elegante cortile centrale. A questo periodo risale lo straordinario doppio archivolto del portale, rappresentazione di arte gotica federiciana, impreziosito da bassorilievi, tra cui si nota l’aquila imperiale con la preda tra gli artigli. Nel portico a sud-est nella corte si ammirano colonne con deliziosi capitelli, a figure vegetali e animali, segni di uno stile artistico di provenienza romanica orientale, con influssi islamici. Ulteriori restauri furono portati avanti in età angioina, soprattutto sul lato sul mare. Isabella d’Aragona e sua figlia, la regina Bona Sforza, trasformano il castello in un’elegante dimora principesca fortificata (XVI sec.), con una cinta bastionata con baluardi e profondo fossato.

Oggi la meravigliosa fortezza è uno dei fiori all’occhiello della città, spesso affascinante punto di partenza per piacevoli passeggiate alla scoperta del suggestivo centro storico, e splendida location per esposizioni artistiche o eventi culturali e musicali, e sede della Gipsoteca, dove sono custoditi del calchi in gesso che costituiscono gli esempi più distintivi della scultura pugliese.

Bitonto

Piazza Cavour

 Torrione angioino (XIV-XV sec.)

Appena si entra nella città vecchia in prossimità dell’arco Porta Baresana, maestoso e imponente, si eleva il Torrione Angiono, proprio a significare il forte segno di identità della città di Bitonto. Da sempre emblema della sua inespugnabilità, il torrione angioino di Bitonto segna uno dei cinque ingressi alla città vecchia, che offre al visitatore una passeggiata alla scoperte di meraviglie architettoniche (Il Duomo, La porta Baresana, i Palazzi Sylos-Vulpano e Sylos Calò, il Teatro Traetta.

Il torrione, impropriamente definito “castello” è una torre alta 24 metri che nel tempo è servita agli eserciti della città per difendersi dagli attacchi dei nemici.

Il monumento è oggi la testimonianza di un complesso sistema difensivo che inglobava nella possente cinta muraria altre 27 torri, strategicamente e sapientemente collegate da cunicoli sotterranei.

Restaurato con sapienza e diligenza, oggi si offre alle visite turistiche e come location di eventi culturali

Grazie a queste opere è possibile ammirare il torrione col suggestivo zoccolo a stella, col fossato e il ponte levatoio, e con la base consolidata da fabbriche militari che contribuivano a proteggerlo da attacchi con nuove tecniche belliche del XV secolo.

La torre nel corso dei secoli è stata sede del castellano, delle milizie, ma anche baluardo di difesa e fondamentale rifugio per molti cittadini vittime di assedi, nonché domicilio di prigionieri.

La struttura, a pianta circolare, si sviluppa su tre livelli e presenta delle solide murature esterne, spesse circa 4 metri, la cui base è fatta da pietra calcarea per poi lasciare posto nella parte superiore a bugne in carparo.

Gli ambienti interni, al primo e terzo piano di forma circolare, e al secondo dalla particolarissima forma ottagonale, comunicano attraverso corridoi che ricordano i sistemi difensivi di altre strutture militari della stessa epoca. E’ proprio il secondo piano lo spazio più confortevole e affascinante, con il prezioso camino a tronco di piramide corredato da pregiate colonne con capitelli scolpiti, probabilmente utilizzato dal castellano e dalla sua famiglia.

Attualmente il torrione è sede della Civica Galleria d’Arte Contemporanea che ospita la collezione permanente del maestro Matteo Masiello, oltre ad essere importante spazio per eventi artistici e culturali.

 

Modugno

Strada Provinciale 52 Modugno-Bitritto

Casale fortificato di Balsignano

Sulla strada provinciale tra Modugno e Bitritto spunta all’improvviso nella rigogliosa campagna della Lama Sinata, tra i meravigliosi ulivi secolari, il casale fortificato di Balsignano.

Siamo in aperta campagna e precisamente nel 962, quando probabilmente alcuni monaci Basiliani iniziano ad edificare quello che viene definito “castellutzo”

Il casale, nell’arco della sua lunga esistenza, è stato oggetto di numerosi attacchi e distruzioni da parte di invasioni saracene, per poi essere riedificato col duca normanno Ruggero. Dal XIII secolo vi si avvicendarono diversi feudatari e Balsignano fu addirittura al centro della disputa cruenta tra gli eserciti angioini delle due fazioni, ungherese e durazzesco/tarantina. Ancora una incursione delle truppe francesi nel XVI secolo porta alla distruzione del casale e il conseguente abbandono degli abitanti verso la città di Modugno.

Grazie ad accurati lavori di restauro e valorizzazione, oggi è possibile visitare il casale.

Suggestiva opera monumentaria di arte romanica pugliese dell’XI secolo, la piccola cappella di San Felice offre al visitatore un modello di cupole in asse con volte a botte, insieme ad elementi architettonici occidentali, bizantini ed arabi, rari in un contesto rurale. All’interno della cinta muraria troviamo l’edificio dedicato a S. Maria di Costantinopoli, che testimonia l’antichità del borgo rurale, composta da due corpi rettangolari edificati in tempi diversi raccordati da un grande arco alla cui sommità troviamo una colombaia a martello. Alcuni scavi archeologici hanno messo in mostra una complessa stratificazione storico costruttiva che insieme agli affreschi bizantineggianti e ci riportano alla seconda metà del XIV sec.

L’importanza storica di Balsignano è è dovuta anche al ritrovamento di un villaggio neolitico, risalente al VI-V millennio a.C., considerato dagli studiosi il più antico della Bassa Murgia.

Bitritto

Piazza Leone

 Castello “baronale” (XI-XVI sec.)

Sede del Municipio, il Castello Baronale di Bitritto, che con la sua meravigliosa loggia sovrasta il portale principale e le tre torri, è la testimonianza di una storia intricata lunga secoli secoli.

Infatti grazia ai lavori di ristrutturazione sono stati rinvenuti, sotto il cortile e le fondamenta normanne della sala castello, resti archeologici di una villa romana (I-III sec. d.C.), in particolar modo di un trappeto-palmento sotterraneo con tanto di strutture, pozzi, cisterne, aree di lavorazione per la produzione dell’olio e del vino, quasi integri

Alcuni accurati studi attestano la lunga vita della fortezza, divisa in tre fasi principali tra XI e XVI secolo, che  testimoniano lotte tra i poteri religiosi e regi, avvicendarsi di feudatari, attacchi e battaglie.

Il castello, in origine, era costituito da una struttura fortificata normanna, con tre torri a pianta quadrata, congiunte da dormitori e stalle. Inserito nella cinta muraria dell’antico casale fortificato, presentava due ingressi per i collegamenti verso l’interno e verso l’esterno, ancora oggi esistenti. Nel periodo svevo-angioino L’edificio  diventa la fortezza con assetto militare-difensivo, grazie ad un avancorpo interno con tanto di camminamenti pensili e scale, che uniscono le torri e le mura. L’attuale torre cilindrica fu edificata al posto della torre sud-est andata distrutta. Successivamente furono edificati all’interno della corte dei porticati con loggiato che, attraverso una grande scalinata in pietra, si collegano al piano residenziale, dove un bel salone è stato nel tempo trasformato con il passaggio dalla copertura a capriate alla elegante volta a crociera, e con raffinate colonne dagli interessanti capitelli. Fino alla fine del XIX secolo la fortezza resta al Capitolo arcivescovile, ma a seguire la struttura ospitò anche la scuola elementare e perfino un cinema.

Oggi i meravigliosi ambienti impreziositi da eccellenti decorazioni e arcate ogivali sono sede degli uffici comunali, della biblioteca, dell’aula consiliare, nonché siti per importanti eventi culturali.

Sannicandro di Bari

Piazza Castello

 Castello normanno-svevo

Nascosto nel centro storico di Sannicandro, si presenta maestoso ed elegante nel momento in cui si imbocca la viuzza che porta alla Piazza Castello.

Un maniero a corona poligonale con otto torri medievali che dominano tutto la parte storica della città. Dalle fonti storiche si evince che la forma assimetrica della struttura si sia trasformata nel tempo e abbia subito un accrescimento nei diversi periodi, quando da fortificazione normanna diventa residenza nobiliare. Durante la conquista normanna del secolo XI con Guglielmo d’Altavilla si parla di “castrum S. Nicandri”, collegamento strategico tra Bari e l’entroterra. Nella parte della cortina a nord-ovest sono stati ritrovati resti di una piccolissima chiesa dedicata a San Nicola che pare sia stata voluta proprio dagli Altavilla. Con Ruggero II il castello diventa fortificazione militare e residenziale e vengono restaurate le torri angolari, che da 4 diventano 8 e viene edificato il piano nobile superiore, aula normanna con volta a botte e affacciata sulla corte.

La cisterna idrica, il sistema di grondaie e i servizi igienici fanno pensare che la torre centrale ovest sia servita come mastio della fortificazione. La torre è detta anche “astronomica” in virtù di due oculi a tutto tondo sulle pareti che per posizione richiamano alla mente la rosa dei venti e altri simboli.

Nel XIII secolo, dopo i passaggi di Federico II e un castellano Grimoaldo, ci fu la ristrutturazione degli ambienti in base alle tecniche architettoniche che fondono abilmente influssi islamici e mediorientali e caratteri gotico-cistercensi, riscontrabili negli ornamenti geometrici e vegetali delle torri, nelle volte ogivali di alcune sale, nelle bifore, e in moltissimi elementi decorativi, in diversi punti del castello. Il piano interrato mostra ambienti che fungevano da cucine e magazzini. La torre mozza di nord-ovest presenta un vano aereo con funzione di voliera per l’addestramento dei falchi, attività peculiare federiciana.

Oggi la fortezza ospita attività artistiche e culturali ed è utilizzata anche per suggestive celebrazioni di matrimoni.

Andria

S.S. 170 Andria-Barletta

 Castel del Monte, federiciano, XIII sec.

Castel del Monte è una fortezza del XIII secolo fatta costruire dall’imperatore del Sacro Romano Impero Federico II nell’altopiano delle Murge occidentali in Puglia, nel comune di Andria, a 18 km dalla città sulla sommità di una collina, a 540 metri s.l.m.

Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1996 è uno tra i siti monumentali italiani più visitati all’anno.

L’imponente castello rappresenta l’arte medievale pugliese, non solo per la sua particolare forma ottagonale, ma perché intorno ad esso si raccontano fantomatiche storie di esoterismo che nulla hanno a che fare con la verità storica.

Infatti il castello, che fino al XIV sec. era intitolato a Santa Maria del Monte, per la presenza di un preesistente e vicino convento benedettino normanno, è stato costruito sulla sommità del colle dall’’imperatore svevo Federico II dopo il 1233, come afferma lo “Statuto sulla riparazione dei castelli” (1241 – 1246) in cui si accenna ad un lavoro di rifinitura muraria. La fortezza unisce forme dell’architettura classica con quelle dell’arte occidentale romanico-gotica, orientale e araba, attraverso una rielaborazione che sfocia in una nuova concezione dell’edilizia militare sveva e vede nell’ottagono il simbolo della ideologia di potere. Un ottagono che comunica grandiosamente l’ideale imperiale di controllo e difesa del territorio, anello di un “sistema castellare” di comunicazione, anche commerciale tra la costa e le Murge e niente a che vedere con pratiche esoteriche o tanto meno con il Sacro Graal e l’hammam arabo. Un castello dalle caratteristiche uniche, in cui il numero otto viene ripetuto nelle torri ottagonali e nei lati del suo perimetro, nei due livelli delle sedici sale trapezoidali. E’ stato residenza per la presenza di camini, cucine, lavatoi, latrine, servizi idrici, ma anche ospitato prigioni. Da ammirare l’ingresso monumentale cuspidato, monofore e bifore ogivali, volte a crociera costolonate, chiavi di volta e telamoni vegetali, zoo-antropomorfi.

 

Barletta

Piazza Castello

 Castello normanno-spagnolo, XI-XVI sec.

l castello di Barletta, è il risultato architettonico di una serie di stratificazioni dovute al susseguirsi di diverse dinastie al potere, succedutesi dall’XI secolo al XVI secolo. Un tempo fortezza a scopo difensivo, cinta dal mare che occupava il fossato tutt’intorno al castello e lo isolava da potenziali attacchi nemici, costituisce un punto strategico nella vita cittadina nonché un importante cardine urbanistico e culturale. È sede della Biblioteca comunale, del Museo civico e di una sala convegni e mostre.

È la più grande e munita fortezza regale pugliese, che dal mare si protende verso il centro della città con profilo a spigolo di lama, un tempo fortezza per la difesa e il controllo del primo nucleo cittadino.

L’intero impianto si è trasformato nel tempo attraverso ampliamenti e fortificazioni, scoperti grazie alle fonti documentarie e agli scavi archeologici. L’ingresso monumentale, con rivellino e ponte di pietra apre le porte alla poderosa pianta quadrata, rafforzata agli angoli dai bastioni e protetta dal profondo fossato perimetrale. Il castello è stato teatro di numerose vicende politiche e belliche tra XI e XVI sec.: sotto i Normanni, con il conte Pietro che fonda il primo fortilizio; con lo svevo Federico II che la fa diventare sede della sua “domus”, una delle sue residenze e costruisce nell’ala est, attuale biblioteca civica “Loffredo”.

Dalla “Platea magna” esterna l’imperatore annuncia, nella “Dieta” del 1228, la partenza per la VI crociata. Anche il sovrano angioino Carlo I, ristruttura la fortezza, adeguando le mura e le torri, che diventano cilindriche. Solo nel XVI sec., sotto il regno spagnolo di Carlo V, la fortezza assume l’aspetto odierno. Il sistema difensivo viene potenziato con baluardi a punta di lancia e ventiquattro cannoniere per l’artiglieria, collegati da sotterranei. Inoltre vengono realizzati magazzini, dormitori e scuderie, una larga scalinata per gli spalti, il porticato trabeato con la nuova cappella.

Trani

Piazza Manfredi

 Castello svevo-spagnolo, XIII-XVI sec.

Costruito su un banco roccioso situato a ridosso della costa, in una zona di basso fondale, che lo proteggeva da eventuali assalti dal mare. Ha avuto nel tempo il compito di proteggere l’accesso settentrionale della città che, forte della sua posizione sulla via Traiana-Francigena, è stata tappa di viaggio per pellegrini e crociati diretti in Terrasanta.

La fortezza fu realizzata da Federico II, di ritorno dalla sesta crociata, su progetto dell’architetto Filippo Cinardo, con lo scopo di rafforzare le difese del regno tra 1233 e 1249, come recitano anche due iscrizioni visibili nell’ala ovest. Grazie ai lavori di restauro tra 1979 e 1998 si sono individuate le strutture sveve, che si fondano su preesistenti fortificazioni normanne, abbattute, forse, dai Tranesi nella sommossa del 1137. Si è ricostruito così l’impianto svevo squadrato, racchiuso da doppia cortina muraria, armata di freccere, unita da quattro torri angolari quadrate, con largo cortile interno, saloni al piano nobile introdotti da portici, e fossato comunicante col mare.

Il intervento di ristrutturazione, di Carlo V nel XVI sec. (1533-1540), per combattere le incursioni turche, rende il castello una fortezza capace di adattarsi alle nuove tecniche belliche a difesa radente. Così spuntano le torri, una casamatta a due piani con terrapieno e cannoniere e bastioni angolari a nord-ovest e a sud-est.

Dal 1586 al 1677 il castello diventa sede del tribunale della Regia Udienza.

Qui si sono celebrate le nozze del re svevo Manfredi con Elena Comneno, sfortunata regina prigioniera nel castello, dove il suocero imperatore aveva fatto impiccare, nel 1240, in cima alla torre maestra di nord-ovest, il doge di Venezia Pietro Tiepolo.

Oggi sede della Soprintendenza, ospita il museo archeologico ed numerose iniziative artistiche e culturali.

Fonti:

Cartoguida “Bel Medioevo di Puglia”  Produzione Glocos di Conte N. Testi a cura di A. Gernone

http://www.beniculturali.it/mibac/opencms/MiBAC/sito-MiBAC/Luogo/MibacUnif/Luoghi-della-Cultura/visualizza_asset.html?id=154053&pagename=157031

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